Anno: 1997
Colore: A colori
Durata: 0
Titolo originale: Carne tremula
Produzione: El deseo s.A., ciby 2000/france 3.
Distribuzione: Medusa film - medusa video
Tratto da: Tratto dal romanzo "Live flesh" di ruth rendell
Riedizione: No
"Vagamente ispirato a un romanzo di Ruth Rendell, una scrittrice che di idee al cinema ne fornisce parecchie, 'Carne tremula' è forse il capolavoro di Pedro Almodóvar. Nella carriera di un autore arriva il momento in cui le peculiarità invidiabili nelle opere precedenti si fondono in un discorso stilistico pienamente riconoscibile. Nipotino di Luis Bunuel, non estraneo all'influenza di fratelli maggiori come Rafael Azcona e Marco Ferreri, Almodóvar (classe 1951) è un alfiere della 'movida' che ora sembra aver deciso cosa farà da grande. Cresciuto a surrealismi, 'esperpento' e provocazioni, il nostro è maturato fino a diventare un narratore originale e affascinante. (...) Le bizzarrie del caso sono assunte da Almodóvar come situazioni di stralunata normalità e l'ironia con cui sono pedinati non impedisce ai personaggi di incarnare incredibilmente le più assurde motivazioni. Nella fotografia di Beato, in un echeggiare di canzoni scalpitanti, Liberto Rabal, Francesca Neri, Angela Molina, Yavier Bardem e José Sancho palpitano di fisicità e verosimiglianza". (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 15 novembre 1997)
"Il film prosegue con la logica del mélo, ma il bello è che dentro questa logica i sentimenti crescono come rampicanti, mettono radici, creano forme bizzarre e pericolose nelle quali ogni personaggio resta impigliato. E intanto Almodovar ci mostra come il calcio possa per un attimo unire due rivali pronti a scannarsi; ci manda con pari grazia a lezioni di sesso dalla Molina e di passione dalla Neri, cita il suo nume Bunuel; regola i conti con cattolicesimo e annessi sensi di colpa; dimostra quanta energia e dignità possa avere un paraplegico; esplora le devastate periferie di Madrid. Senza mai perdere di vista le ragioni dei suoi personaggi - perché ognuno ha le sue ragioni, che ami o che lotti, che perdoni o che tradisca. 'Un racconto di Natale triste', lo definisce il suo autore. Ma anche uno dei suoi film migliori in assoluto". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 17 novembre 1997)
"Non un film alla Almodóvar ma un film di Almodóvar. Forse il suo migliore. Arrivato all'opus numero 13, il cineasta spagnolo mostra di aver messo a punto uno stile personale e affascinante: spedite in soffitta le provocazioni pop degli anni della 'movida', Pedro è approdato a un modo di raccontare più inteso, che sfrutta le risorse squisitamente spagnole del melodramma in una chiave di approfondimento psicologico. Già segnalata dallo sfortunato 'Il fiore del mio segreto', la svolta viene confermata, appunto, da 'Carne tremula', noir vagamente ispirato al romanzo di Ruth Rendell 'Carne viva'. Magari in italiano l'aggettivo 'tremula' non restituisce le stesse palpitazioni sensuali evocate dalla lingua spagnola: più che tremolante la carne in questione è infatti fremente, trafitta da un piacere che potrebbe rivelarsi mortale. (...) In un clima sensuale e denso, marchiato a sangue da un destino che rivendica la sua quota di dolore, alla maniera di certi noir hollywoodiani anni Quaranta, 'Carne tremula' assomma coincidenze bizzarre e colpi di scena, rispettando le ragioni di tutti e insieme marciando verso uno show-down violento dal quale tuttavia nascerà qualcosa di buono. Piace, di 'Carne tremula', il rigore con il quale Almodóvar pedina i suoi personaggi, murati vivi in un gioco scandito dalle regole del caso e del sesso". (Michele Anselmi, 'L'Unità', 26 novembre 1997)